martedì, ottobre 02, 2007

ISTAT: dati su stranieri in Italia

Al 1° gennaio 2007 gli stranieri residenti in Italia sono 2.938.922 (1.473.073 maschi e 1.465.849 femmine); rispetto all’anno precedente gli iscritti in anagrafe aumentano di 268.408 unità (+10,1%).
L’incremento relativo del 2006 è leggermente inferiore a quello registrato nell’anno precedente. Va ricordato che nel periodo 2002-2004 il forte aumento dei residenti stranieri era stato determinato in larga misura dall’ultimo provvedimento di regolarizzazione (leggi n. 189 del 30 luglio 2002, art. 33, e n. 222 del 9 ottobre 2002). Grazie ad esso, infatti, numerosi immigrati già presenti in Italia avevano potuto regolarizzare la propria posizione e iscriversi successivamente in anagrafe.
La crescita della popolazione straniera residente nel nostro paese è dovuta, anche nel 2006, all’aumento dei nati di cittadinanza straniera (figli di genitori residenti in Italia, entrambi stranieri): il saldo naturale (differenza tra nascite e decessi) risulta in attivo per 54.318 unità.
Il saldo migratorio con l’estero si attenua rispetto agli anni precedenti ma si mantiene elevato (+237.614 nel 2006 rispetto a +266.829 nel 2005).
Il saldo naturale della popolazione straniera, pur essendo nettamente più basso rispetto a quello migratorio, risulta particolarmente significativo se contrapposto a quello della popolazione residente di cittadinanza italiana, negativo (-6.912 unità) nel 2006.
(Fonte dati: http://www.istat.it/)

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società civile

la società civile è composta da quelle associazioni e movimenti che più o meno spontaneamente intercettano e intensificano la risonanza suscitata nelle sfere private di vita dalle situazioni sociali problematiche, per poi trasmettere questa risonanza, amplificata, alla sfera politica. il nucleo della società civile è costituito da una rete associativa che istituzionalizza - nel quadro di una "messa in scena" di sfere pubbliche - discorsi miranti a risolvere questioni d'interesse generale... una vitale società civile può svilupparsi solo nel contesto di una cultura politica liberale, nonchè sulla base di un'intatta sfera privata. essa può dunque fiorire solo in un mondo di vita già razionalizzato. in caso diverso sorgono dei movimenti populistici che difendono alla cieca le tradizioni ossificate d'un modo di vita minacciato dalla modernizzazione capitalistica.
(j. habermas)