Nella mattinata dello scorso 4 agosto il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera a un disegno di legge preparato dal ministro Amato che vuole modificare sensibilmente quanto previsto dall'attuale normativa sulla cittadinanza (legge n. 91/1992).
Questi i punti chiave della riforma:
1) Vengono dimezzati i tempi per la naturalizzazione, portando a cinque, contro i dieci attuali, gli anni di residenza regolare in Italia necessari per chiedere la cittadinanza.
2) Prima di concedere la cittadinanza per naturalizzazione o per matriomonio, il Ministero dell'Interno verificherà la reale integrazione linguistica e sociale del cittadino straniero.
3) Passaggio dallo jus sanguini allo jus soli, prevedendo quindi che i bambini nati in Italia da genitori almeno uno dei quali è legalmente residente da cinque anni, possano acquisire subito la cittadinanza.
4) Cittadinanza anche ai minori nati all'estero, ma solo dopo cinque anni di residenza in Italia e a patto che qui abbiano frequentato un ciclo scolastico, un corso di formazione professionale o abbiano lavorato per almeno un anno.
5) Riconoscimento del diritto alla cittadinanza per i nati in Italia da genitori stranieri, dei quali almeno uno, qui residente legalmente al momento della nascita del figlio, sia a sua volta nato in Italia.
6) Il coniuge straniero di un cittadino italiano avrà diritto alla cittadinanza solo dopo due anni, successivi al matrimonio, di residenza regolare, mentre oggi sono sufficienti sei mesi.
Ecco il testo del disegno di legge.
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