Il Consiglio dei ministri ha approvato il 1° dicembre in via definitiva le nuove norme su ricongiungimenti e carta di soggiorno. Due decreti legislativi varati quest'estate erano tornati sul tavolo del governo dopo i pareri delle commissioni parlamentari, e quando arriveranno in Gazzetta ufficiale introdurranno diverse novità nella vita degli stranieri in Italia.
1. Ricongiungimenti
Il cittadino straniero regolarmente residente in Italia non avrà più bisogno di dimostare che il figlio minore rimasto all'estero è a suo carico per farlo venire in Italia. Sarà anche più facile riabbracciare i genitori: basterà dimostare che sono a proprio carico. La Bossi-Fini prevede invece che si possa chiedere il ricongiungimento solo per i genitori a carico che non hanno altri figli nel Paese d'origine.
Diventano più flessibili anche le norme sull'idoneità dell'alloggio: basterà che rispetti basterà i requisiti stabiliti dalla Asl per l'abitabilità, indipendentemente dai metraggi richiesti dalle leggi regionali in materia.
Viene anche data la possibilità di lavorare ai genitori che accompagnano un figlio in Italia perché si sottoponga a delle cure mediche: oggi, non avendo un permesso di soggiorno valido per stipulare un contratto di lavoro, vanno quasi inevitabilmente a ingrossare l'esercito del sommerso.
Per rifiutare revocare o non rinnovare il permesso di soggiorno a chi ha chiesto il ricongiungimento non basterà la mancanza dei requisiti (reddito, alloggio ecc.), ma andranno considerati i vincoli familiari, la durata del soggiorno nel territorio nazionale e i legami con il Paese d´origine. D'altra parte, la domanda di ricongiungimento potrà essere respinta per motivi di ordine pubblico e sicurezza dello Stato o di un Paese con il quale l´Italia abbia sottoscritto accordi per la soppressione dei controlli alle frontiere interne.
Viene infine disciplinato il ricongiungimento dei rifugiati, che può essere richiesto per le stesse categorie di familiari e con lo stesso procedimento previsto per tutti gli altri cittadini stranieri. I rifugiati non dovranno però dimostare la disponibilità di un alloggio né dei requisiti economici richiesti negli altri casi.
2. Carta di soggiorno
Il decreto recepisce, in ritardo, una direttiva europea (2003/109/CE) dedicata allo status dei cittadini di paesi terzi "soggiornanti di lungo periodo".
Secondo le indicazioni dell'Unione europea, i cittadini extracomunitari che soggiornano regolarmente in un Paese membro da almeno 5 anni possono richiedere lo status di "soggiornanti di lungo periodo", venendo per molti versi equiparati ai cittadini degli altri stati dell'Ue. Tra i benefici principali ci sono il rilascio di un titolo di soggiorno di lungo periodo, come appunto la carta di soggiorno, e la possibilità di spostarsi liberamente, anche per lavorare, in tutti i Paesi dell' Unione che hanno recepito la direttiva.
Come già previsto dall'attuale normativa, per chiedere la carta di soggiorno bisognerà dimostrare di percepire reddito non inferiore all´assegno sociale annuo.
Chi presenta la richiesta anche per i familiari, dovrà dimostrare l'idoneità dell'alloggio in cui vivono, in base ai parametri minimi previsti dalla legge regionale per l´edilizia residenziale pubblica o ai requisiti igienico-sanitari accertati dalla Asl competente per territorio.
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