Con la ricevuta di rinnovo del permesso di soggiorno rilasciata dall'ufficio postale dovrebbe, d'ora in poi, essere possibile passare da altri Paesi Schengen (ma solo dagli aeroporti). La notizia è contenuta in un resoconto, pubblicato sul sito della Uil, dell'incontro avvenuto in questi giorni fra il sottosegretario Marcella Lucidi e i sindacati confederali. Secondo Uil, "il Viminale ha richiesto alla Commissione europea di riconoscere la validità di questo documento insieme a passaporto e copia del permesso scaduto. La Ce ha accettato".
Potrebbe esserci un'ottima notizia per i circa 800mila immigrati che negli ultimi mesi hanno chiesto il rinnovo del permesso di soggiorno e sono in attesa di risposta. E soprattutto per chi, proprio in questi giorni, si sta preparando a partire per trascorrere le vacanze in patria. Sembra infatti che il governo italiano abbia finalmente ottenuto dall'Unione europea il riconoscimento della validità del “cedolino” (o ricevuta postale di rinnovo del permesso) come documento che consente di spostarsi anche all'interno dello spazio Schengen.
La notizia è contenuta nel resoconto, pubblicato sul sito della Uil, dell'incontro avvenuto il 2 agosto fra il sottosegretario all'Interno Marcella Lucidi e i sindacati confederali. Nella relazione si legge testualmente: “Il Viminale ha richiesto alla Commissione europea di riconoscere la validità di questo documento (la ricevuta delle Poste, ndr) insieme a passaporto e copia del permesso scaduto. La Ce ha accettato e comunicato ufficialmente questo riconoscimento agli Stati membri”. “Gli stranieri in attesa di rinnovo di permesso di soggiorno che escono dall'Italia, dunque – prosegue il resoconto - potranno passare anche dagli Stati dell'area Schengen, ma solo dagli aeroporti, mentre restano esclusi altri mezzi di trasporto (treni, nave, auto). E' stato fatto notare come questo risolva il problema solo per un quinto degli immigrati”. Il problema segnalato dalla Uil è reale, ma la notizia, se confermata, è comunque di importanza notevole. Finora infatti il “cedolino” rilasciato dalla questura (poi sostituito dalla ricevuta delle Poste) consentiva di godere alcuni diritti solo sul territorio italiano. Con la ricevuta si poteva lavorare, chiedere un mutuo o un prestito, restare iscritti al servizio sanitario. Ma al di fuori dai confini dell'Italia quel documento era considerato carta straccia. Da alcuni anni a questa parte, una circolare annuale (resa permanente l'anno scorso da una direttiva del ministro dell'Interno) si limitava a consentire agli immigrati in attesa del rinnovo di lasciare l'Italia e rientrarvi a condizione di non transitare da altri Paesi dell'area Schengen neppure per uno scalo tecnico. La possibilità di far valere la ricevuta anche negli altri aeroporti europei è cruciale soprattutto per chi, come i cittadini capoverdiani o colombiani, non ha a disposizione voli diretti dall'Italia per raggiungere il Paese d'origine. Resta il problema di chi vorrebbe trascorrere le vacanze in un altro Paese Schengen, e quello di chi (come la maggioranza degli europei dell'Est) troverebbe economicamente più conveniente rientrare in patria via terra, in treno o più spesso in pullman. Ma quello annunciato è pur sempre un passo avanti. Fra l'altro, specifica la relazione Uil, “siamo stati informati che il ministero degli Esteri ha fatto una comunicazione ufficiale, tramite le proprie sedi diplomatiche, ai Paesi d'origine dei flussi migratori, agli aeroporti di quei Paesi ed alle compagnie aeree, del riconoscimento della ricevuta, in modo che i migranti non abbiano da soffrire problemi in sede di rientro in Italia”.
1 commento:
il tragico non è solo il permesso ue o dentro i paesi cittati è perche lavora o studia come è il mio caso e non riesce ad avere i documenti per andare a trovare i parenti nel momento opportuno. tieniamo in considerazione che siamo anche noi gli stranieri precari forse i piu dei piu... la burrocrazia ha aggravato molto de più questa questione, se vogliamo anche incassando un po di soldini in più nelle poste.
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