giovedì, novembre 01, 2007

Ancora una volta vince Cuba

Siamo alle solite. Come accade ormai da anni la stragrande maggioranza degli Stati membri dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha condannato il blocco economico imposto dagli Stati Uniti d'America a Cuba e ha approvato una risoluzione che ne chiede la fine.
I fatti. La richiesta dell'assemblea è sempre la solita: la fine del bloqueo Usa a Cuba che secondo recenti dati emanati dall'amministrazione dell'Havana avrebbe causato all'isola perdite per miliardi di dollari. Sono più di 45 anni, era il 7 febbraio 1962, che il bloqueo impedisce a Cuba ogni tipo di operazione economica internazionale. E come accade tutti gli anni i paesi che si sono rifiutati di dare una mano a Cuba sono gli stessi di sempre: gli Usa, Israele, Isole Marshall e Isole Palau (due minuscoli arcipelaghi nell'oceano Pacifico che hanno deciso di farsi amministrare a tutti i livelli dallo Zio Sam). Astenuta la Micronesia. E se da un lato per il cancelliere cubano, Felipe Perez Roque, il blocco imposto dagli Usa è “il principale ostacolo per lo sviluppo di Cuba”, c'è anche da dire che la risoluzione votata da 184 stati membri dell'Assemblea non è assolutamente vincolante. Dunque gli Usa e i suoi tre fedelissimi alleati potranno continuare ad averla vinta. Lo stesso presidente Usa, George W. Bush, aveva fatto sapere che le sanzioni sarebbero andate avanti fino a quando “il regime manterrà il suo monopolio sulla vita politica e economica del popolo cubano”.
Storia che si ripete. Negli ultimi sedici anni è stato un crescendo continuo di adesioni e di solidarietà nei confronti di Cuba. Dal 1992, infatti, l'Assemblea ha sempre votato in favore della revoca delle sanzioni. E anche questa volta la nota emessa è chiarissima e invita “Gli Stati che hanno e continuano a applicare queste leggi e questi provvedimenti a prendere misure appropriate per revocarle o invalidarle al più presto possibile”. Ma sembra che i “quattro” facciano orecchie da mercante tutte le volte che l'Assemblea Onu condanna il loro comportamento.
Felipe Perez Roque non è stato di certo tenero con gli Usa. Durante il suo discorso ha ricordato che la decisione d'imporre le sanzioni contro l'isola è “una violazione continua e sistematica dei diritti del popolo cubano”. Inoltre ha ricordato le parole dell'ex presidente Usa Eisenhower che nel 1962 impose il bloqueo contro la libertà dell'isola, che pretendeva di far arrivare alla fame e alla malattia la popolazione cubana. Dunque la brutale guerra economica che va avanti da 16 anni e che vede protagonisti Usa e Cuba anche per quest'anno non si fermerà. Saranno milioni i cubani che soffriranno per questo. E se da un lato è vero che è una guerra combattuta senza armi, bisognerebbe anche provare a verificare se i danni da lei causati sono ugualmente devastanti.

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società civile

la società civile è composta da quelle associazioni e movimenti che più o meno spontaneamente intercettano e intensificano la risonanza suscitata nelle sfere private di vita dalle situazioni sociali problematiche, per poi trasmettere questa risonanza, amplificata, alla sfera politica. il nucleo della società civile è costituito da una rete associativa che istituzionalizza - nel quadro di una "messa in scena" di sfere pubbliche - discorsi miranti a risolvere questioni d'interesse generale... una vitale società civile può svilupparsi solo nel contesto di una cultura politica liberale, nonchè sulla base di un'intatta sfera privata. essa può dunque fiorire solo in un mondo di vita già razionalizzato. in caso diverso sorgono dei movimenti populistici che difendono alla cieca le tradizioni ossificate d'un modo di vita minacciato dalla modernizzazione capitalistica.
(j. habermas)