venerdì, luglio 06, 2007

In Italia più bimbi stranieri: 58mila i neonati nel 2006

In Italia la popolazione residente è cresciuta di circa 380mila unità, un incremento dovuto in gran parte ai flussi migratori. Lo rileva l'Istat nel nuovo bilancio demografica. Gli stranieri residenti nel 2006 rappresentano il 5% della popolazione, con punte del 7,2% nel Nord-Est. In aumento anche le nascite di bimbi stranieri, passati da 50.000 nel 2005 a 58.000 nel 2006. Sono il 10% di tutti i nuovi nati nel 2006. Al Nord sono il 16%.
In un anno la popolazione residente italiana è cresciuta di 379.576 unità: una crescita dovuta in gran parte al flusso migratorio. Lo rileva l'Istat, confrontando i dati delle registrazioni anagrafiche al 31 dicembre 2006 rispetto a quelle dell'anno precedente. In aumento anche le nascite. Nel corso del 2006 sono nati 560.010 bambini (5.988 nati in più rispetto all'anno precedente). L'incremento è ancora merito in gran parte degli immigrati.
Nel 2006 sono nati 58.000 bambini stranieri (contro i 50.000 del 2005). Al 31 dicembre 2006 la popolazione complessiva risulta, infatti, pari a 59.131.287 unità, mentre alla stessa data del 2005 ammontava a 58.751.711. L'incremento, pari allo 0,6%, è dovuto quasi completamente alle migrazioni dall'estero e alle rettifiche post-censimento.
I dati diffusi dall'Istituto nazionale di statistica riguardano i residenti nei 8.101 comuni al 31 dicembre 2006. Il rapporto tra italiani e stranieri nel nostro paese si è assestato nel 2006 su 5 immigrati ogni 100 residenti, ma sono forti, rileva l'Istat, le differenze tra nord e sud: nel nord-est il rapporto sale a 7,2 stranieri ogni 100 italiani. L'incidenza degli stranieri sul totale della popolazione residente è aumentata rispetto al 2005, quando il rapporto era 4,5 ogni 100 italiani. La presenza degli immigrati è inoltre sensibilmente più elevata nel Centro-Nord rispetto al sud: oltre al nord-est con 7,2 stranieri ogni 100 italiani, la percentuale è 6,8 per cento nel nord-ovest e 6,4% nel centro; nel mezzogiorno la quota di stranieri residenti scende all'1,6% circa.
Nel corso del 2006 sono nati 560.010 bambini (5.988 nati in più rispetto all'anno precedente) e sono morte 557.892 persone (9.412 in meno rispetto all'anno precedente). Pertanto il saldo naturale, dato dalla differenza tra nati e morti, e' risultato pari a 2.118 unità, leggermente positivo come nel 2004, primo anno di interruzione della serie negativa a partire dal 1993. Il numero dei nati è in aumento rispetto all'anno precedente. L'incremento si registra soprattutto nelle regioni del Centro (+2,6 per cento), del Nord-Ovest (+2,5 per cento) e del Nord-Est (+1,8 per cento), mentre nelle regioni meridionali (-0,9 per cento) e nelle Isole (-1,3 per cento) permane la tendenza al decremento.
Ancora una volta l'incremento delle nascite è da mettere in relazione alla maggior presenza straniera regolare. Negli ultimi 12 anni, infatti, l'incidenza delle nascite di bambini stranieri sul totale dei nati della popolazione residente in Italia ha fatto registrare un fortissimo incremento, passando dall'1,7 per cento al 10,3 per cento del totale dei nati vivi; in valori assoluti da poco più di 9 mila nati nel 1995 a quasi 58 mila nel 2006. In particolare, nelle regioni del Centro-Nord si registrano valori percentuali di gran lunga superiori alla media nazionale. Si tratta delle aree del Paese con una tradizione migratoria più forte e con una presenza straniera più stabile e radicata. Infatti, nelle due ripartizioni del Nord i bambini nati da genitori stranieri sono circa il 16 per cento; tale incidenza si attenua nelle regioni del Centro (12 nati stranieri ogni 100 nati) per ridursi notevolmente nel Mezzogiorno (solo 2 bambini stranieri ogni 100).
L'impatto dei comportamenti riproduttivi delle donne straniere sui livelli di fecondità della popolazione residente è ancora più evidente quando si considera il dettaglio territoriale provinciale, rileva l'Istat, citando in particolare i casi di Verona, Vicenza e soprattutto Treviso in Veneto; Lecco, Bergamo e Brescia in Lombardia; Modena e Reggio nell'Emilia in Emilia-Romagna; Prato in Toscana. In queste province, grazie al contributo delle donne straniere, i tassi di fecondità raggiungono nel 2005 livelli ben più elevati della media nazionale (1,35 figli per donna) mentre, quando si considerano le sole donne italiane, si collocano a livelli di molto inferiori.

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società civile

la società civile è composta da quelle associazioni e movimenti che più o meno spontaneamente intercettano e intensificano la risonanza suscitata nelle sfere private di vita dalle situazioni sociali problematiche, per poi trasmettere questa risonanza, amplificata, alla sfera politica. il nucleo della società civile è costituito da una rete associativa che istituzionalizza - nel quadro di una "messa in scena" di sfere pubbliche - discorsi miranti a risolvere questioni d'interesse generale... una vitale società civile può svilupparsi solo nel contesto di una cultura politica liberale, nonchè sulla base di un'intatta sfera privata. essa può dunque fiorire solo in un mondo di vita già razionalizzato. in caso diverso sorgono dei movimenti populistici che difendono alla cieca le tradizioni ossificate d'un modo di vita minacciato dalla modernizzazione capitalistica.
(j. habermas)