martedì, ottobre 09, 2007

Welfare, al voto tra le polemiche - Rizzo: "Brogli, ho le prove". La Cisl: falso

ROMA - Fiato sospeso sul Welfare: da ieri mattina nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro di tutta Italia si vota per dire "sì" o "no" al pacchetto Damiano su precariato, ammortizzatori sociali e previdenza. Le consultazioni si chiuderanno domani pomeriggio alle 14 e - a detta dei sindacati - già verso le 17 arriveranno i dati dei primi exit poll. La complessa partita, dunque, è del tutto aperta e resterà tale fino alla pubblicazione dei risultati finali del referendum che arriveranno giusto in tempo per il dibattito al Consiglio dei ministri di venerdì. E lì, infatti, che - se dal referendum non dovesse risultare un "sì" forte e pieno - inizieranno le trattative su come e dove rivedere le norme. Certo è che il pacchetto approderà sul tavolo dei ministri così com'è - lo ha confermato lo stesso Damiano - e che ad attenderlo ci sarà un fronte non compatto. I ministri Mussi e Ferrero hanno infatti già dichiarato il loro dissenso. "La parte sul lavoro non la voto" ha detto il ministro dell'Università, che però ha anche previsto come il referendum "lo vincerà il sì con una certa quantità di no". Il che vorrà dire, ha precisato "che il testo non andrà stravolto", "ma migliorarlo a favore dei lavoratori - ha aggiunto - non è mica una bestemmia".
Un polemica decisa arriva anche dal ministro Ferrero: "C'è un terremoto nella società che dice così non funziona, questo non ci piace. Spero che il governo ascolti i lavoratori e la società". Due "no" sono quindi annunciati, ma in realtà il futuro del Protocollo e gli spazi di mediazione sono appesi agli esiti del referendum e alle percentuali più o meno pesanti che si potranno ottenere. Il premier Prodi è ottimista. "Mi dicono che l'affluenza è buona è questa è una buona notizia. Spero in un risultato positivo: la consultazione è un fatto importante". Si sbilancia il presidente della Camera Fausto Bertinotti che spiega come gli sembri "evidente una vittoria del sì". "Ho una qualche esperienza sindacale per poter fare una previsione che non teme smentite" ha detto. Il ministro Damiano, anche lui convinto che "andrà bene", ricorda comunque che il Parlamento è sovrano e apre le porte a possibili aggiustamenti (su lavori usuranti e contratti a termine), ma avverte che "con troppe modifiche si rischia di far saltare l'equilibrio sociale". Tutti tesi sul voto, dunque, al quale i sindacati sperano che partecipino 5 milioni di lavoratori. Ore nervose sulle quali già aleggia una denuncia di brogli. Marco Rizzo, Pdci, assicura che "in troppi casi è stato possibile votare più volte, senza esibire documento alcuno e senza registrare il proprio nome". E racconta il caso di una lavoratrice che in provincia di Taranto ha votato tre volte, nelle tre sedi di Cgil, Cisl e Uil. Il sindacato respinge le accuse: "Si vede che Rizzo si è già accorto di aver perso e agita fantasmi e manipolazioni su quello che è un libero voto" ha detto Nino Sorgi, segretario organizzativo Cisl. Quanto alla affluenza alle urne, per i sindacati "i dati sono positivi": la Uil prevede che oltre il 70 per cento del lavoratori risponda all'appello e che si superi, quindi, le presenze registrate alle urne quando si votò sulla riforma Dini (66 per cento). Ma c'è anche chi, l'SdL ad esempio, parla di "partecipazione scarsissima". Guglielmo Epifani ha parlato di "bella giornata per il sindacato, per i lavoratori e per il Paese".
(La Repubblica, 9 ottobre 2007)

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società civile

la società civile è composta da quelle associazioni e movimenti che più o meno spontaneamente intercettano e intensificano la risonanza suscitata nelle sfere private di vita dalle situazioni sociali problematiche, per poi trasmettere questa risonanza, amplificata, alla sfera politica. il nucleo della società civile è costituito da una rete associativa che istituzionalizza - nel quadro di una "messa in scena" di sfere pubbliche - discorsi miranti a risolvere questioni d'interesse generale... una vitale società civile può svilupparsi solo nel contesto di una cultura politica liberale, nonchè sulla base di un'intatta sfera privata. essa può dunque fiorire solo in un mondo di vita già razionalizzato. in caso diverso sorgono dei movimenti populistici che difendono alla cieca le tradizioni ossificate d'un modo di vita minacciato dalla modernizzazione capitalistica.
(j. habermas)